Il giornale d'Italia 22-8-1924
La salma di Matteotti ha finalmente requie
Fratta Polesine 21 agosto.
Per tutta la giornata di ieri la camera ardente in cui finalmente riposa la salma dell'on. Matteotti è rimasta aperta al pubblico. Il pellegrinaggio degli amici dell'Estinto è continuato fino a tarda sera. Molti sono giunti in automobile da fuori e altre corone sono venute ad aggiungersi a quelle che già si trovavano nella triste camera.
Nel pomeriggio improvvisamente il tempo si è messo al cattivo. Il sereno splendido della mattina si è offuscato ed ha incominciato a piovere a dirotto. L'acqua è venuta giù per tutto il pomeriggio e la sera cosicché la via lunga quasi un chilometro che conduce dalla Villa Matteotti al cimitero di Fratta è pressoché impraticabile.
Alle 19.40 ieri sera è arrivata a Rovigo la signora Velia Matteotti. Era ad attenderla alla stazione il fratello comm. Titta Ruffo, il commissario prefettizio di Fratta cav. Castiglia ed un folto gruppo di giornalisti. Appena il treno si è fermato sotto la tettoia, la vedova Matteotti, che aveva viaggiato in compagnia della signora Steiner, di una sorella di lei, dell'on. Cosattini e di alte persone, è scesa da uno scompartimento di prima classe ed è stata subito circondata dai parenti.
L'on. Cosattini ha preso sotto il braccio la signora sorreggendola. La vedova appariva molto sofferente e procedeva come un automa con lo sguardo fisso innanzi a sé, senza accorgersi nemmeno del rispettoso omaggio della piccola folla che faceva ala sotto la tettoia, stringendo nelle mani un mazzo di fiori.
Il piccolo corteo ha attraversato rapidamente il marciapiede che taglia il binario ferroviario all'ingresso della sala d'aspetto della prima classe, ed ha sostato un momento nella saletta, dove il commissario prefettizio di Fratta ha detto poche parole di cordoglio.
La vedova Matteotti è incapace di pronunziare parole e risponde con un cenno del capo.
All'esterno della stazione attendono le automobili che devono trasportare i congiunti e le autorità, non ché gli intimi a Fratta Polesine.
Sulla prima automobile, gentilmente concessa dal cav. Castiglia, hanno preso posto diversi giornalisti.
Un gruppo di socialisti è raccolto sul marciapiede della stazione e lancia il grido di Viva Matteotti! mentre le automobili si dileguano nel buio sotto una pioggia dirotta.
Le macchine sono costrette a procedere a velocità ridotta per la condizione della strada e giungono alle 20.15 alla villa Matteotti.
Il dolore della madre
Velia Matteotti è scesa dalla macchina e sotto il braccio del fratello si è diretta all'interno della villa. Non appena i congiunti hanno varcato la soglia il cancello di è rinchiuso.
Sulla soglia della casa la vecchia madre di Giacomo Matteotti, circondata dai famigliari e da alcune persone amiche, attende la nuora.
La salma di Matteotti ha finalmente requie
Fratta Polesine 21 agosto.
Per tutta la giornata di ieri la camera ardente in cui finalmente riposa la salma dell'on. Matteotti è rimasta aperta al pubblico. Il pellegrinaggio degli amici dell'Estinto è continuato fino a tarda sera. Molti sono giunti in automobile da fuori e altre corone sono venute ad aggiungersi a quelle che già si trovavano nella triste camera.
Nel pomeriggio improvvisamente il tempo si è messo al cattivo. Il sereno splendido della mattina si è offuscato ed ha incominciato a piovere a dirotto. L'acqua è venuta giù per tutto il pomeriggio e la sera cosicché la via lunga quasi un chilometro che conduce dalla Villa Matteotti al cimitero di Fratta è pressoché impraticabile.
Alle 19.40 ieri sera è arrivata a Rovigo la signora Velia Matteotti. Era ad attenderla alla stazione il fratello comm. Titta Ruffo, il commissario prefettizio di Fratta cav. Castiglia ed un folto gruppo di giornalisti. Appena il treno si è fermato sotto la tettoia, la vedova Matteotti, che aveva viaggiato in compagnia della signora Steiner, di una sorella di lei, dell'on. Cosattini e di alte persone, è scesa da uno scompartimento di prima classe ed è stata subito circondata dai parenti.
L'on. Cosattini ha preso sotto il braccio la signora sorreggendola. La vedova appariva molto sofferente e procedeva come un automa con lo sguardo fisso innanzi a sé, senza accorgersi nemmeno del rispettoso omaggio della piccola folla che faceva ala sotto la tettoia, stringendo nelle mani un mazzo di fiori.
Il piccolo corteo ha attraversato rapidamente il marciapiede che taglia il binario ferroviario all'ingresso della sala d'aspetto della prima classe, ed ha sostato un momento nella saletta, dove il commissario prefettizio di Fratta ha detto poche parole di cordoglio.
La vedova Matteotti è incapace di pronunziare parole e risponde con un cenno del capo.
All'esterno della stazione attendono le automobili che devono trasportare i congiunti e le autorità, non ché gli intimi a Fratta Polesine.
Sulla prima automobile, gentilmente concessa dal cav. Castiglia, hanno preso posto diversi giornalisti.
Un gruppo di socialisti è raccolto sul marciapiede della stazione e lancia il grido di Viva Matteotti! mentre le automobili si dileguano nel buio sotto una pioggia dirotta.
Le macchine sono costrette a procedere a velocità ridotta per la condizione della strada e giungono alle 20.15 alla villa Matteotti.
Il dolore della madre
Velia Matteotti è scesa dalla macchina e sotto il braccio del fratello si è diretta all'interno della villa. Non appena i congiunti hanno varcato la soglia il cancello di è rinchiuso.
Sulla soglia della casa la vecchia madre di Giacomo Matteotti, circondata dai famigliari e da alcune persone amiche, attende la nuora.
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