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Coinvolgere i visitatori lasciando loro un duraturo ricordo e dando vita ad un vero arricchimento culturale

Le stanze della memoria, casa Matteotti, Fratta Polesine
Le stanze della memoria, casa Matteotti, Fratta Polesine
Autorizzati da il Ventaglio novanta si riporta l'articolo Le stanze della memoria di Lino Segantin Ventaglio n. 48 - Gennaio 2014

Non sempre le esposizioni museali raggiungono l’obiettivo di coinvolgere i visitatori lasciando loro un duraturo ricordo e dando vita ad un vero arricchimento culturale. In fortunati casi, però, può capitare che la visita sia associata ad importanti iniziative di coinvolgimento, messe a punto da intelligenti quanto preparati animatori culturali. Iniziative che partono dal presupposto che la gestione del bene museale non deve configurarsi come una mera attività di guardianìa e conservazione, ma di vivificazione del patrimonio culturale. E ciò può raggiungersi con tecniche varie che, partendo dalla profonda conoscenza del bene da valorizzare, richiedono idonee professionalità.
Uno di questi rari momenti di importante “coinvolgimento aggiunto” si è vissuto, con emozione e interesse, a Fratta Polesine: una visita davvero particolare a “Casa Matteotti”, ideata da CeDi - Turismo & Cultura, programmata col titolo “Le stanze della memoria”. Una iniziativa in cui i visitatori sono stati accolti da due redivivi personaggi d’epoca: Velia la moglie di Giacomo Matteotti ed il di lei fratello Tita Ruffo, baritono di fama internazionale del primo ‘900. Personaggi interpretati rispettivamente da Sarah Lanzoni (animatrice del CeDi) e da Luigi Marangoni (apprezzato attore e studioso, al quale si deve anche la sceneggiatura della visita drammatizzata).
I visitatori, accolti nella cucina di Casa Matteotti (ovvero la prima stanza da cui solitamente ha inizio l’itinerario guidato) sono stati brevemente informati sulla particolarità dell’iniziativa da Donatella Girotto e Nicola Gasparetto di CeDi -Turismo & Cultura. La visita drammatizzata è quindi entrata nel vivo con l’interpretazione da parte dei due attori di brani a suo tempo realmente pronunciati o scritti dai personaggi di riferimento.
Passando dal salone al soggiorno e poi allo studio di Matteotti, il coinvolgimento dei presenti è stato totale. In ogni stanza, dopo un breve comunicato di contestualizzazione da parte di Nicola Gasparetto, si è assistito all’interpretazione dei due attori, che ha colpito nel segno. Meglio di tante spiegazioni, i visitatori hanno colto le problematiche dell’epoca e i riscontri dei fatti della storia nella dimensione umana di Giacomo Matteotti, della moglie Velia e del di lei fratello Titta Ruffo: le sofferenze, le speranze, l’impegno fino allo spasimo, l’idea della vita come missione, gli affetti, i grandi ideali vissuti senza cedimenti.
Il passaggio al piano superiore è stato caratterizzato da un altro momento inedito: ogni visitatore è stato invitato a prelevare dal tavolo centrale un biglietto con una frase di Matteotti e a leggerla ad alta voce, facendo se possibile un breve commento. Quindi la scena emotivamente più pregnante, sviluppatasi nella stanza matrimoniale di Giacomo e Velia.
I due attori hanno interpretato brani testimonianti il grande affetto che legava la coppia, le problematiche del loro vivere lontani, le promesse di attesi incontri, il pensiero verso i figli da crescere, il darsi forza a vicenda… tutto ciò mentre, da parte degli astanti, cresceva la consapevolezza dell’imminente tragedia che avrebbe proditoriamente messo fine alla vita di Giacomo Matteotti… Poi ancora testimonianze - tratte dai giornali d’epoca - dello strazio della giovane moglie e della sua incredibile forza d’animo nell’accompagnare il feretro alla tomba, seguita da migliaia di persone…
“Le stanze della memoria”, un’iniziativa che in qualche modo si è configurata come anticipazione - o forse sarebbe meglio dire apertura - delle manifestazioni programmate per il 2014, novantesimo della tragica morte dell’insigne uomo politico. Un progetto - realizzato nell’ambito di “Art Co-Working for Region, attuato dal CTG Veneto col sostegno della Fondazione CaRiPaRo nel contesto del bando Culturalmente - che ha colpito nel segno, lasciando nei visitatori di Villa Matteotti una traccia indelebile.

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