Coinvolgere i visitatori lasciando loro un duraturo ricordo e dando vita ad un vero arricchimento culturale
Le stanze della memoria, casa Matteotti, Fratta Polesine |
Non sempre le esposizioni museali raggiungono l’obiettivo di coinvolgere i visitatori lasciando loro un duraturo ricordo e dando vita ad un vero arricchimento culturale. In fortunati casi, però, può capitare che la visita sia associata ad importanti iniziative di coinvolgimento, messe a punto da intelligenti quanto preparati animatori culturali. Iniziative che partono dal presupposto che la gestione del bene museale non deve configurarsi come una mera attività di guardianìa e conservazione, ma di vivificazione del patrimonio culturale. E ciò può raggiungersi con tecniche varie che, partendo dalla profonda conoscenza del bene da valorizzare, richiedono idonee professionalità.
Uno di questi rari momenti di importante “coinvolgimento aggiunto” si è vissuto, con emozione e interesse, a Fratta Polesine: una visita davvero particolare a “Casa Matteotti”, ideata da CeDi - Turismo & Cultura, programmata col titolo “Le stanze della memoria”. Una iniziativa in cui i visitatori sono stati accolti da due redivivi personaggi d’epoca: Velia la moglie di Giacomo Matteotti ed il di lei fratello Tita Ruffo, baritono di fama internazionale del primo ‘900. Personaggi interpretati rispettivamente da Sarah Lanzoni (animatrice del CeDi) e da Luigi Marangoni (apprezzato attore e studioso, al quale si deve anche la sceneggiatura della visita drammatizzata).
I visitatori, accolti nella cucina di Casa Matteotti (ovvero la prima stanza da cui solitamente ha inizio l’itinerario guidato) sono stati brevemente informati sulla particolarità dell’iniziativa da Donatella Girotto e Nicola Gasparetto di CeDi -Turismo & Cultura. La visita drammatizzata è quindi entrata nel vivo con l’interpretazione da parte dei due attori di brani a suo tempo realmente pronunciati o scritti dai personaggi di riferimento.
Passando dal salone al soggiorno e poi allo studio di Matteotti, il coinvolgimento dei presenti è stato totale. In ogni stanza, dopo un breve comunicato di contestualizzazione da parte di Nicola Gasparetto, si è assistito all’interpretazione dei due attori, che ha colpito nel segno. Meglio di tante spiegazioni, i visitatori hanno colto le problematiche dell’epoca e i riscontri dei fatti della storia nella dimensione umana di Giacomo Matteotti, della moglie Velia e del di lei fratello Titta Ruffo: le sofferenze, le speranze, l’impegno fino allo spasimo, l’idea della vita come missione, gli affetti, i grandi ideali vissuti senza cedimenti.
Il passaggio al piano superiore è stato caratterizzato da un altro momento inedito: ogni visitatore è stato invitato a prelevare dal tavolo centrale un biglietto con una frase di Matteotti e a leggerla ad alta voce, facendo se possibile un breve commento. Quindi la scena emotivamente più pregnante, sviluppatasi nella stanza matrimoniale di Giacomo e Velia.
I due attori hanno interpretato brani testimonianti il grande affetto che legava la coppia, le problematiche del loro vivere lontani, le promesse di attesi incontri, il pensiero verso i figli da crescere, il darsi forza a vicenda… tutto ciò mentre, da parte degli astanti, cresceva la consapevolezza dell’imminente tragedia che avrebbe proditoriamente messo fine alla vita di Giacomo Matteotti… Poi ancora testimonianze - tratte dai giornali d’epoca - dello strazio della giovane moglie e della sua incredibile forza d’animo nell’accompagnare il feretro alla tomba, seguita da migliaia di persone…
“Le stanze della memoria”, un’iniziativa che in qualche modo si è configurata come anticipazione - o forse sarebbe meglio dire apertura - delle manifestazioni programmate per il 2014, novantesimo della tragica morte dell’insigne uomo politico. Un progetto - realizzato nell’ambito di “Art Co-Working for Region, attuato dal CTG Veneto col sostegno della Fondazione CaRiPaRo nel contesto del bando Culturalmente - che ha colpito nel segno, lasciando nei visitatori di Villa Matteotti una traccia indelebile.
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