Uno dei più diffusi fogli satirici dell’epoca “Il Becco Giallo” dedicò un intero numero, a pochi giorni dal fatto, alla sparizione di Giacomo Matteotti.
Firma R L (Rata Langa ? -> Gabriele Galantara ?)
Di seguito, l’eloquente prima pagina
Dall’articolo di apertura:
“Ancor oggi, quando l’anima è avvelenata e il cuore affranto, ancor oggi dobbiamo adoperare in questo foglio le nostre armi di lotta: lo scherno, la satira, l’ironia, il disprezzo. Quanto volentieri vorremmo tacere nel nostro dolore! Quanto vorremmo non affrontare questa tremenda contraddizione di scrivere come scriviamo mentre nella nostra mente tumultuano ricordi tristi e visioni tragiche e mentre nella nostra penna spuntano solo maledizioni! Ma ricordiamo anche quando, con quel suo sorriso aperto e buono degli uomini di acciaio, Giacomo Matteotti ci incoraggiava, ci incitava in qualche ora di dubbio, a lanciar nella mischia questo nostro giornale, a perseverare, a non stancarci come mai Egli non si stancava…”
Nello stesso numero troviamo una parodia di Filippo Fillipelli, direttore di un quotidiano dell’epoca, il “Corriere Italiano”, e che fu coinvolto nell'inchiesta per evidenti collusioni con gli esecutori materiali dell’omicidio. Venne arrestato mentre tentava di fuggire all'estero con una cospicua somma di denaro contante. Qui viene ritratto nelle vesti dell’allora celeberrimo Signor Bonaventura… (firma Tattes)
Firma R L (Rata Langa ? -> Gabriele Galantara ?)
Di seguito, l’eloquente prima pagina
Dall’articolo di apertura:
“Ancor oggi, quando l’anima è avvelenata e il cuore affranto, ancor oggi dobbiamo adoperare in questo foglio le nostre armi di lotta: lo scherno, la satira, l’ironia, il disprezzo. Quanto volentieri vorremmo tacere nel nostro dolore! Quanto vorremmo non affrontare questa tremenda contraddizione di scrivere come scriviamo mentre nella nostra mente tumultuano ricordi tristi e visioni tragiche e mentre nella nostra penna spuntano solo maledizioni! Ma ricordiamo anche quando, con quel suo sorriso aperto e buono degli uomini di acciaio, Giacomo Matteotti ci incoraggiava, ci incitava in qualche ora di dubbio, a lanciar nella mischia questo nostro giornale, a perseverare, a non stancarci come mai Egli non si stancava…”
Nello stesso numero troviamo una parodia di Filippo Fillipelli, direttore di un quotidiano dell’epoca, il “Corriere Italiano”, e che fu coinvolto nell'inchiesta per evidenti collusioni con gli esecutori materiali dell’omicidio. Venne arrestato mentre tentava di fuggire all'estero con una cospicua somma di denaro contante. Qui viene ritratto nelle vesti dell’allora celeberrimo Signor Bonaventura… (firma Tattes)
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