I commoventi funerali dell'on Matteotti (Dal nostro inviato speciale) a firma CARATTI
L'epoca 22 agosto 1924 in seconda pagina
Il corteo
Fratta Polesine, 21.
Per tutta la giornata di ieri e nella mattinata di oggi è stata una continua affluenza di cittadini vestiti a lutto, uomini e donne di ogni condizione sociale, venuti anche da lontane città. Stamattina sulla piazza del paese era concentrato un grandissimo numero di automobili. Alle 9.45 precise, dopo la venuta del prefetto Baccaredda e del commissario prefettizio Castiglia il feretro è stato sollevato e portato verso il cimitero.
Rinuncio a descrivere la scena straziante del distacco. Giungevano a noi i singhiozzi delle donne rifugiatesi nelle stanze superiori. Il corteo, imponentissimo, cui hanno partecipano circa ottomila persone si è formato. Le corone erano centocinquanta. Precedeva la musica di un battaglione del 4° fanteria in servizio d'onore. Seguiva un plotone di carabinieri in servizio d'ordine al comando di un capitano. Venivano poi i valletti della Camera, ed il feretro portato a spalla dai parenti del defunto. Dietro il feretro veniva la vedova che appariva in uno stato di prostrazione indescrivibile. Seguivano le orfanelle dell'orfanotrofio di qui, il prefetto, il commissario prefettizio, tutti i funzionari di polizia, il questore, moltissimi deputati, il senatore Badaloni in rappresentanza del Senato e l'on. Miari in rappresentanza della Camera dei deputati. Nessun deputato socialista. Seguiva un corteo interminabile, che data la sua lunghezza usciva dai confini del paese. La cassa è stata portata nella chiesa parata a lutto e collocata su un altissimo catafalco funebre a fregi d'oro. La messa funebre è stata celebrata dal parroco don Giovanni Rudi, assistito da un collegio di sei sacerdoti in paramenti solenni. Il parroco ha dato la benedizione solenne al feretro, mentre il canonico mons Peretto celebrava la messa. A questa avrebbero dovuto seguire le laudi dei morti cantate da provetti cantori, accompagnati dall'organo, ad un certo punto per l'intensa commozione della folla che aveva raggiunto il massimo diapason, furono dovute sospendere.
Al Cimitero
Il corteo si incammina verso il cimitero che dista dalla chiesa circa 200 metri. Con inappuntabile servizio d'ordine, non si permette il passaggio che ai congiunti ed a pochi amici, in tutto circa 150 persone. La vedova entra immediatamente nella piccola cappella posta presso l'ingresso del cimitero. Il feretro viene posato a terra e prima di essere introdotto viene afferrato per le maniglie e alzato per ben tre volte dal suolo in segno di estremo saluto.
A questo punto la commozione della folla non più trattenuta scoppia simultaneamente. Tutti indistintamente i cittadini presenti, compresi i giornalisti, si precipitano in ginocchio. Il feretro viene quindi introdotto nella cappella per l'ultima benedizione.
Esce la vedova che rivolta alla folla immensa fa un cenno di saluto con la mano. Allora dal petto di ognuno parte un unico grido formidabile: "Viva Matteotti!".
Altri gridano anche "Viva la libertà!".
Il feretro viene quindi introdotto nel loculo provvisorio offerto dalla famiglia Trevisan, amica della famiglia Matteotti.
La vedova risale poscia in automobile e sollecita il cognato Steiner di pregare il Prefetto di farsi interprete presso la folla del suo desiderio che il corteo si sciolga immediatamente senza dar luogo ad incidente alcuno.
Questo avviene infatti poco dopo e ciascuno ritorna alla propria casa.
Ma per ben tre ore e mezza la strada rimane congestionata in modo impressionante. Mentre telefono, continua al cimitero un lungo pellegrinaggio interminabile di gente che presso la vittima si inginocchia e rimane due minuti in rispettoso silenzio, quindi ritorna sui propri passi.
Durante tutta la cerimonia, non si è avuto a lamentare il benchè minimo incidente.
CARATTI
Giornale consultato nella collezione del Museo Mattetti.
L'epoca 22 agosto 1924 in seconda pagina
Il corteo
Fratta Polesine, 21.
Per tutta la giornata di ieri e nella mattinata di oggi è stata una continua affluenza di cittadini vestiti a lutto, uomini e donne di ogni condizione sociale, venuti anche da lontane città. Stamattina sulla piazza del paese era concentrato un grandissimo numero di automobili. Alle 9.45 precise, dopo la venuta del prefetto Baccaredda e del commissario prefettizio Castiglia il feretro è stato sollevato e portato verso il cimitero.
Rinuncio a descrivere la scena straziante del distacco. Giungevano a noi i singhiozzi delle donne rifugiatesi nelle stanze superiori. Il corteo, imponentissimo, cui hanno partecipano circa ottomila persone si è formato. Le corone erano centocinquanta. Precedeva la musica di un battaglione del 4° fanteria in servizio d'onore. Seguiva un plotone di carabinieri in servizio d'ordine al comando di un capitano. Venivano poi i valletti della Camera, ed il feretro portato a spalla dai parenti del defunto. Dietro il feretro veniva la vedova che appariva in uno stato di prostrazione indescrivibile. Seguivano le orfanelle dell'orfanotrofio di qui, il prefetto, il commissario prefettizio, tutti i funzionari di polizia, il questore, moltissimi deputati, il senatore Badaloni in rappresentanza del Senato e l'on. Miari in rappresentanza della Camera dei deputati. Nessun deputato socialista. Seguiva un corteo interminabile, che data la sua lunghezza usciva dai confini del paese. La cassa è stata portata nella chiesa parata a lutto e collocata su un altissimo catafalco funebre a fregi d'oro. La messa funebre è stata celebrata dal parroco don Giovanni Rudi, assistito da un collegio di sei sacerdoti in paramenti solenni. Il parroco ha dato la benedizione solenne al feretro, mentre il canonico mons Peretto celebrava la messa. A questa avrebbero dovuto seguire le laudi dei morti cantate da provetti cantori, accompagnati dall'organo, ad un certo punto per l'intensa commozione della folla che aveva raggiunto il massimo diapason, furono dovute sospendere.
Al Cimitero
Il corteo si incammina verso il cimitero che dista dalla chiesa circa 200 metri. Con inappuntabile servizio d'ordine, non si permette il passaggio che ai congiunti ed a pochi amici, in tutto circa 150 persone. La vedova entra immediatamente nella piccola cappella posta presso l'ingresso del cimitero. Il feretro viene posato a terra e prima di essere introdotto viene afferrato per le maniglie e alzato per ben tre volte dal suolo in segno di estremo saluto.
A questo punto la commozione della folla non più trattenuta scoppia simultaneamente. Tutti indistintamente i cittadini presenti, compresi i giornalisti, si precipitano in ginocchio. Il feretro viene quindi introdotto nella cappella per l'ultima benedizione.
Esce la vedova che rivolta alla folla immensa fa un cenno di saluto con la mano. Allora dal petto di ognuno parte un unico grido formidabile: "Viva Matteotti!".
Altri gridano anche "Viva la libertà!".
Il feretro viene quindi introdotto nel loculo provvisorio offerto dalla famiglia Trevisan, amica della famiglia Matteotti.
La vedova risale poscia in automobile e sollecita il cognato Steiner di pregare il Prefetto di farsi interprete presso la folla del suo desiderio che il corteo si sciolga immediatamente senza dar luogo ad incidente alcuno.
Questo avviene infatti poco dopo e ciascuno ritorna alla propria casa.
Ma per ben tre ore e mezza la strada rimane congestionata in modo impressionante. Mentre telefono, continua al cimitero un lungo pellegrinaggio interminabile di gente che presso la vittima si inginocchia e rimane due minuti in rispettoso silenzio, quindi ritorna sui propri passi.
Durante tutta la cerimonia, non si è avuto a lamentare il benchè minimo incidente.
CARATTI
Giornale consultato nella collezione del Museo Mattetti.
L'Epoca - testata |
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