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Matteotti - Il becco giallo

Il becco giallo, Roma 24 agosto 1924
Matteotti
Di Giacomo Matteotti - di questa magnifica espressione di coraggio, fede, costanza, cultura - i cani randagi per le macchie di Scrofano - o qualcos altro ? - ci han reso un mucchio d'ossa e qualche brandello di muscolo scampato alla voracità dei parassiti.
Due mesi appena han tutto distrutto. Gli altri, i nemici - gli assassini o i mandanti - pare che abbiano avuto cura di rendere più affrettato il disfacimento fisico di un corpo che era il più formidabile ostacolo al loro cammino.
O forse, anche, la natura ha voluto rendere più rapida la sua opera perché oramai lo spirito del Morto è più vivo di prima ?
Ecco, ora c'è l'atto ufficiale del decesso. Il piccolo municipio di Riano lo ha nel suo registro di Stato Civile. Il parroco ha dato la sua benedizione. C'è per la legge, agli effetti giuridici, un morto di più Morto ? Lo è tanto che le cronache narrano questo : a Napoli, domenica scorsa, "gli altri", nel momento in cui sul mucchio d'ossa la vedova versava lagrime, invasero un circolo e tirarono colpi di rivoltella contro il ritratto di Giacomo Matteotti.
Due mesi. Breve periodo per consumare un corpo ; ma quanto più breve se si pensa alle tante cose che nello stesso tempo si disfacevano in Italia. Come da ciò che si narra in una vecchia leggenda, quelli che colpirono te, amico nostro, non si accorsero che distruggevano tutto il loro mondo.
La tua angusta improvvisata, piccola ma grande tomba a Quartarella era ignota all'Italia ; ma ovunque tu eri, il Paese pensava a te, ti spiritualizzava, ti dava un nome : "libetà". E si trasformava, e abbandonava, isolava i vincitori creando una rivoluzione morale che lo redimerà.
Che importano le discussioni sul "se" e sul "come" del cadavere ? Chi si interessa alle condizioni di tempo e di luogo ? Se c'è chi canta quasi vittoria per il ritrovamento di Matteotti quasi come fosse stato trovato vivo, quasi come se il delitto fosse stato compiuto, lasciamolo cantare. Gli amici, quelli che lo amarono vivo e ora lo adorano morto perché era Lui e anche più per il Suo apostolato, comprendono gli avversari appunto perché sanno quanto essi dovevano temere dall'opera di Giacomo Matteotti.
Da Riano a Monterotondo i contadini laziali che lo vollero deputato, han visto la bara trasportata dalla forza pubblica. Lo spettacolo valeva quello della non voluta apoteosi del popolo di Roma. Anche vivo, quando giovane lottava per i suoi contadini del Polesine, Matteotti fu trascinato così.
Ora il Polesine ha il suo figliuolo, ha quel poco che resta del suo figliuolo. Ma l'Italia ha tutto Matteotti, ha la sua memoria, è espressione sicura della sua volontà di non recedere dal compimento dell'opera cui noi con questa opera - come sappiamo, come possiamo - porteremo il nostro modesto contributo.
Questo impegno è omaggio alla Sua memoria, è espressione sicura della volontà dei nostri lettori, i quali sanno cosa c'è dietro il nostro sorriso.
il becco giallo
il becco giallo
Il Becco Giallo è stata la più importante rivista satirica degli anni venti e trenta (Wikipedia).

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