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Manifestazione di popolo ai funerali di Matteotti - l'Unità

l'Unità - Organo del Partito Comunista d'Italia, venerdì 22 agosto 1924
Manifestazione di popolo ai funerali di Matteotti
Un atto simbolico: i lavoratori levano tre volte al cielo la bara del Martire a significazione della loro volontà di riscossa
ROVIGO, 21
La pioggia abbattutasi ieri sera su tutta la provincia non ha impedito l'accorrere di compagni, di operai e di contadini da ogni parte del Polesine verso Fratta. Fin dalle prime ore del pomeriggio di ieri, incominciarono ad arrivare con ogni mezzo di trasporto le rappresentanze degli organi politici ed economici della regione, dal basso Veronese all'alto Vicentino. Questi compagni che non sapevano con precisione quando i funerali avrebbero dovuto svolgersi, data l'incertezza delle notizie, appresero dai giornali che la salma era giunta a Rovigo nelle prime ore di mercoledì e si affrettarono a raggiungere Fratta, temendo che i funerali avessero luogo nel pomeriggio dello stesso giorno.
In attesa dei funerali
Corone e fiori del più rosso vivo recano queste comitive, arrivando. Giungono in paese, rendono un silenzioso e reverente omaggio alla salma. Tutti vogliono visitare la mamma e la infelice consorte dell'Assassinato. Molta gente passa la notte all'aperto in attesa dei funerali. La vedova ha voluto essa soltanto vegliare nella camera ardente. Questa donna prodigiosa che la terribile sciagura non ha piegato, si mostra di una energia sorprendente. Da tutte le strade che convergono verso Fratta sin dall'aurora è una continua processione di gente che si avvia verso il luogo dove dovranno svolgersi i funerali. Cosicché, quando giungiamo alle porte del paese, difficile riesce proseguire e dobbiamo far forza per giungere all'abitazione in cui giace la salma. I carabinieri, numerosissimi, bloccano tutte le strade provinciali che conducono al paese; essi disimpegnano soltanto servizio di ordine pubblico. Il servizio d'onore invece sarà disimpegnato durante il funerale da un battaglione del 4° aggruppamento genio-zappatori della divisione di Bologna, che è venuto con musica, la quale però rimarrà silenziosa durante lo svolgimento della cerimonia.
La protesta delle Opposizioni
Vi ho già informato delle decisioni delle Opposizioni, e precisamente della deliberazione presa dai deputati che hanno accompagnato la salma da Monterotondo a Fratta di non partecipare ai funerali. La deliberazione è stata scrupolosamente osservata da tutti i deputati aderenti alle Opposizioni stesse. Ciò non pertanto molti deputati popolari, socialisti, massimalisti, repubblicani, sono venuti nel pomeriggio di ieri e nella mattinata di oggi a rendere omaggio alla salma e alla famiglia del Morto. Non hanno però partecipato alla cerimonia ligi alle deliberazioni del Comitato delle Opposizioni. Il lavoro di organizzazione del corteo si inizia alle ore 7 del mattino e termina soltanto alle 8. Il corteo è aperto dalle orfanelle della Opera Pia di Fratta; seguono dodici donne vestite a lutto delle quali sei recano grandi mazzi di fiori di cui spargono il cammino. Il clero segue immediatamente. Viene quindi la bara portata a braccio dal cognato Titta Ruffo e Steiner, dai nipoti e da due intimi compagni del deputato scomparso. Segue la Vedova, sorretta dalle sorelle Otta e Settima, gli intimi della famiglia Matteotti, il Prefetto e il Questore di Rovigo; un colonnello di fanteria; l'on Meari1 per incarico della Presidenza della Camera e il sen Badaloni in rappresentanza del Senato. Un cordone di carabinieri chiude questa prima parte del corteo.
Fiori, fiori, fiori!
Segue la te(?)ria interminabile delle corone. Enumerarle è umanamente impossibile. Quasi tutte le Sezioni e i Gruppi dei Partiti proletari hanno inviato la loro rappresentanza e il loro omaggio di fiori.
Ferrara rossa
Lo spettacolo impressionante è dato da un corteo proveniente da Ferrara che penetrò fin dalle prime ore del mattino in Fratta. Sono più di mille operai e operaie del Ferrarese. Lo spettacolo è veramente commovente in quanto ciascun gruppo reca una corona di fiori rossi; vi sono le rappresentanze delle Sezioni unitaria, massimalista e comunista di Ferrara, le rappresentanze degli operai degli zuccherifici di Ferrara e Pontelagoscuro, dei calzaturifici Busoni, della Fabbriche Tessili di Ferrara, dei jutifici e canapifici ferraresi. La provincia di Ferrara che, come il Polesine, ha sofferto per prima la raffica reazionaria, ha dimostrato con questa manifestazione tutta la sua fede nel divenire proletario. Degne di nota sono le rappresentanze del Bolognese e specialmente quella di Molinella, come pure le rappresentanze dell'alto Vicentino. Naturalmente ogni gruppo e ogni sezione dei tre Partiti proletari del Polesine hanno la loro rappresentanza, come pure vi sono le rappresentanze dei vecchi Sindacati e delle vecchie Leghe. Degno di nota che i contadini e i carrettieri del Mandamento di Rovigo si sono astenuti dal lavoro, come pure si sono avute astensioni in massa negli zuccherifici di Lendinara, nel jutificio nello stesso paese e nella categoria degli edili.
Immensa sfilata di popolo
Milano proletaria era anch'essa rappresentata. Oltre alle corone di tutti i Partiti delle Opposizioni della citta, c'è quella della Camera del Lavoro, della Sezione della FIOM, degli addetti alla costruzione locomotive della Breda. Anche il C C. dei ferrovieri e la Unione sindacale italiana hanno inviato rappresentanza e corona. Notevole che gli addetti al Deposito ferroviario di Verona hanno inviato anch'essi il loro omaggio floreale. Diversi gruppi anarchici sia del Polesine che del Vicentino hanno inviati anch'essi rappresentanze e fiori. Sono pure rappresentate oltre alle Sezioni dei Partiti proletari, anche le donne di Como. Alla sfilata delle corone segue la grande marea del popolo. Si calcola che più di 300002 persone abbiano partecipato al corteo che, raggiunta la piazza, offre uno spettacolo veramente impressionante e grandioso in quanto tutti indistintamente seguono muti la salma consci della tragedia che in quel momento vive (il) popolo lavoratore italiano. Raggiunta la parrocchia di San Pietro, il feretro viene trasportato nel tempio su un sarcofago già preparato e cosparso di fiori. La folla, la quale anch'essa vorrebbe penetrare nella chiesa, è trattenuta a stento dai cordoni di carabinieri e quando si accorge che ogni sforzo è vano, tenta di raggiungere il Cimitero che dista dalla piazza circa un chilometro. E difatti, attraversando i campi e irrompendo attraverso le siepi i gruppi si portano nelle adiacenze del Cimitero, la cui porta e muricciolo sono guardati da un cordone di carabinieri che ne vietano l'ingresso. Terminata la funzione religiosa, il corteo si ricompone e segue per circa un chilometro la strada provinciale che deve condurre al piccolo Cimitero del paese al quale giunge verso le 11.30.
I lavoratori sollevano in alto la bara
Non pochi sforzi devono compiere i carabinieri per evitare che il Cimitero sia invaso dalla popolazione fremente. L'accesso è consentito esclusivamente agli intimi, alle autorità e ai più stretti amici. Senonché la popolazione si raccoglie lungo il muricciuolo e di lì assiste a tutto lo svolgersi dell'ultima cerimonia. La bara arriva alla tomba della famiglia Trevisani 3 dove temporaneamente sarà deposta la salma. Giunto il feretro sulla fossa, per tre volte i parenti dell'Estinto sollevano la bara verso il cielo; ma il gruppo dei lavoratori, intimi del deputato se ne impadroniscono e la sollevano in alto, molto in alto tenendola sospesa verso il cielo per un minuto. La folla prorompe in un grido "Tutti in ginocchio!". Lo spettacolo è commovente. Questa marea di popolo quasi obbedendo ad un segnale si piega come un sol uomo, in ginocchio. Ma troppa passione è compromessa nell'anima dei lavoratori perché contemporaneamente un altro grido possente non si elevi: "Viva Giacomo Matteotti!" "Viva il Socialismo!". E' un grido vasto come un urlo. E' ripetuto da tutta la folla, la quale nel momento in cui la salma è protesa verso il cielo sente nel suo intimo la ribellione. Ma nessuna imprecazione è uscita dalla bocca del popolo. Vediamo intanto la Vedova sollevare il fitto velo nero che le ricopre il volto e tendere le mani verso l'alto. Essa vorrebbe ringraziare la folla, ma non può ed agita verso il cielo le mani. Interprete del pensiero della signora è il cognato Steiner che con voce rotta dai singhiozzi ringrazia il popolo a nome della Vedova di Giacomo Matteotti. La cerimonia è finita. Le corone vengono ammassate nella cappella Trevisani 3. Indi lentamente il corteo si scioglie e la popolazione invade i campi e le strade adiacenti al cimitero.
"Non parlano i suoi compagni..."
Nessun discorso. Ieri il commissario prefettizio, cav. Castiglia si era recato dalla Vedova per annunziarle che il Governo avrebbe voluto esprimere l'omaggio alla salma dell'on. Matteotti attraverso la parola del Prefetto di Rovigo. La Vedova ha risposto testualmente: "Non parlano i suoi compagni. Non parli nessun altro.". Lo spettacolo è commoventissimo in questo funerale di Giacomo Matteotti, funerale che il Governo voleva a qualunque costo passare sotto silenzio, che il Governo ha voluto a qualunque costo sabotare. Il proletariato del Polesine più di ogni altro ha dimostrato la sua irreducibile volontà di riscossa, la sua febbre di libertà. Esso infatti oggi ha affrontato pericoli non lievi. Si ha infatti notizia questa sera che a Lendinara, a Villanova del Ghebbo, alcuni contadini reduci dal corteo sono stati bastonati dai fascisti. Dunque questi contadini che oggi hanno incrociate le braccia per dimostrare la loro fede nella rivoluzione proletaria e nel socialismo, saranno senza dubbio costretti a più dure persecuzioni da parte degli schiavisti dell'agraria. Ora che pensano le Opposizioni di fronte a questo eroico contegno delle masse e di fronte alla arrogante prepotenza del fascismo agrario? E' quanto i lavoratori si chiedono. Essi che hanno dimostrato con la loro partecipazione odierna ai funerali di Giacomo Matteotti di essere pronti a qualsiasi cimento invocano da coloro ai quali ancora essi danno la propria fiducia una energica azione che li conduca alla suprema liberazione.
l'Unità - Organo del Partito Comunista d'Italia
l'Unità - Organo del Partito Comunista d'Italia
1 La Stampa scrive on Miari non Meari
2 La Stampa scrive 20000 non 30000
3 famiglia Trevisan

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