La squilla giovanile - organo settimanale della federazione giovanile diocesana Lodi 31/ago/1924
Dopo il delitto
Nel bosco della Quartarella, a 22 chilometri da Roma, in una piccola fossa lunga almeno un metro circa, è stata rinvenuta la salma di Giacomo Matteotti, il deputato socialista assassinato il 12 Giugno ultimo scorso.
Dopo le costatazioni di legge e le perizie mediche che hanno fatto, l'ultimo strazio delle carni martoriate del povero deputato, i pochi resti venivano restituiti alla famiglia e trasportati a Fratta Polesine dove - speriamolo - troveranno finalmente pace nel cimitero del paese natio, all'ombra della croce.
Il rinvenimento del cadavere ha suscitato di nuovo una grande impressione in tutto il popolo italiano.
Gli apologisti, o quasi, dell'assassinio hanno inscenato una indecente gazzarra partigiana che fa loro poco onore e ne fa ancor meno alla fazione a cui appartengono.
Degna risposta a questo scempio morale venne data dalla vedova Matteotti che pur nel suo grande dolore ha saputo trovare parole di pace e di perdono perché animata da quella Fede che è madre di eroi e maestra di abnegazione.
Nel proclama rivolto al popolo di Roma nel giorno dei funerali essa dice:
"Popolo di Roma, popolo generoso e grande di tutta Italia, che portasti al mio dolore conforto e amore, io in questo giorno santo a te rivolgo una preghiera. Te chiamo alla concordia che affratella e consola, che dà luce al dolore e pace alla nostra Patria. Unisciti a me, coll'anima attorno alla salma di Giacomo Matteotti in un sentimento di bontà, di religione e di amore, e prega con me. Popolo italiano, sia la mia parola in quest'ora la forza suprema che ti avvicina a Dio, e che all'anima tua chiede sorgente di bene."
Dopo il delitto
Nel bosco della Quartarella, a 22 chilometri da Roma, in una piccola fossa lunga almeno un metro circa, è stata rinvenuta la salma di Giacomo Matteotti, il deputato socialista assassinato il 12 Giugno ultimo scorso.
Dopo le costatazioni di legge e le perizie mediche che hanno fatto, l'ultimo strazio delle carni martoriate del povero deputato, i pochi resti venivano restituiti alla famiglia e trasportati a Fratta Polesine dove - speriamolo - troveranno finalmente pace nel cimitero del paese natio, all'ombra della croce.
Il rinvenimento del cadavere ha suscitato di nuovo una grande impressione in tutto il popolo italiano.
Gli apologisti, o quasi, dell'assassinio hanno inscenato una indecente gazzarra partigiana che fa loro poco onore e ne fa ancor meno alla fazione a cui appartengono.
Degna risposta a questo scempio morale venne data dalla vedova Matteotti che pur nel suo grande dolore ha saputo trovare parole di pace e di perdono perché animata da quella Fede che è madre di eroi e maestra di abnegazione.
Nel proclama rivolto al popolo di Roma nel giorno dei funerali essa dice:
"Popolo di Roma, popolo generoso e grande di tutta Italia, che portasti al mio dolore conforto e amore, io in questo giorno santo a te rivolgo una preghiera. Te chiamo alla concordia che affratella e consola, che dà luce al dolore e pace alla nostra Patria. Unisciti a me, coll'anima attorno alla salma di Giacomo Matteotti in un sentimento di bontà, di religione e di amore, e prega con me. Popolo italiano, sia la mia parola in quest'ora la forza suprema che ti avvicina a Dio, e che all'anima tua chiede sorgente di bene."
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