Passa ai contenuti principali

I commoventi funerali del Martire

Libera Stampa, giornale del partito socialista, Lugano, 22 agosto 1924, terza pagina
I commoventi funerali del Martire
Fratta Polesine, 21.
Le onoranze alla salma di Giacomo Matteotti si sono conchiuse stamane con un rito di una grande, commovente semplicità, come era negli intendimenti della vedova, alla quale anche ieri sera le autorità hanno chiesto le disposizioni, perché tutto procedesse secondo il suo pietoso proponimento.
La slama ha compiuto il suo ultimo viaggio, lasciando per sempre la sua casa e raggiungendo il silente cimitero, oltre il paese di Fratta, in mezzo ai campi della piana ubertosa, fra siepi fiorite e pioppi carichi di tralci.
La vedova nella camera ardente
La salma, che era stata fino al tramonto di ieri meta di un pellegrinaggio ininterrotto di visitatori restò poi vigilata a turno da pochi familiari e intimi amici, mentre continuavano a giungere corone e mazzi di fiori.
La vedova Matteotti, appena giunta ieri sera a Fratta, volle subito visitare la camera ardente e vi fu accompagnata dalla madre: le due donne si sono incontrate sulla soglia della casa e sono rimaste a lungo avvinghiate in un abbraccio senza parole.
Dinanzi alla bara, quasi sommersa nel cumulo delle ghirlande, esse rimasero immobili, mute, per qualche istante. Poi, con gesto simultaneo, entrambe si abbandonarono sul feretro e la stanza funebre risuonò ancora di singhiozzi e di gemiti.
Con le prime luci dell'alba è incominciata l'affluenza dei visitatori venuti dai centri e dai casolari più lontani del Polesine, moltissimi a piedi, recando fasci di fiori campestri.
10 mila persone
Il paese si è ridestato per tempo e in ogni casa è stato affisso un cartello con la scritta: "Lutto nazionale": molti ritratti di Matteotti sono stati affissi alle pareti delle case.
La folla si è agglomerata fino dalle otto in tutte le strade del corteo sostando ai lati. Si calcola che non meno di 10.000 persone abbiano partecipato alla cerimonia, cifra veramente grande, se si considera che il paese di Fratta è servito da poche corse ferroviarie; la maggior parte degli intervenuti è giunta qui o a piedi o in automobile o in bicicletta.
Da Ferrara è stata organizzata una spedizione di mille operai che hanno attraversato la pianura Ferrarese in bicicletta, preceduti da quattro automobili cariche di corone di fiori. La spedizione era guidata dall'ex on. Cavallari: è stata questa la prima manifestazione pubblica da parte di operai non iscritti al partito fascista, che si è avuta nella plaga da tre anni a questa parte.
Profusione di fiori
Dall'alba alle 9,30, ora fissata per i funerali, è continuato il pellegrinaggio della folla nella camera ardente. Alle 9,30 la camera ardente è stata fatta sgombrare e vi sono rimasti pochi intimi. La madre e la vedova si sono, ancora una volta, inginocchiate dinanzi al feretro e sono quindi state fatte allontanare.
Si è iniziata così la formazione del corteo, che è partito dalla piazza principale del paese e precisamente dall'obelisco, che ricorda i martiri carbonari del 1821.
La vedova Matteotti seguiva il feretro, sorretta dai famigliari, e intorno a lei era un folto gruppo di operaie e contadine di Fratta con la testa avvolta nel velo nero.
Fiancheggiavano la bara valletti della Camera in uniforme e con torce accese; l'on Badaloni, in rappresentanza del senato, l'on. Miari, in rappresentanza della Camera, il cav. Castiglia, commissario di Fratta. I deputati giunti ieri a Fratta non hanno partecipato ufficialmente ai funerali; tuttavia parecchi di essi erano mischiati nella folla.
Dietro la vedova dell'on Matteotti, con il gruppo delle donne, seguiva una automobile nella quale aveva preso posto la madre del deputato assassinato. La signora avrebbe voluto seguire il feretro a piedi, ma le forze le sono venute meno proprio nel momento in cui il corteo si iniziava e allora ha voluto ad ogni costo, seguire il corteo in automobile.
Quindi seguiva una colonna interminabile di corone, circa 150, precedute da una grandissima della Camera dei deputati.
L'ufficio funebre
La folla ha fatto ala reverente al passaggio del corteo e poiché quasi tutte le persone portavano tra le braccia dei fiori, il corteo ha sfilato in mezzo a una siepe fiorita.
Le finestre delle case erano gremite di donne in gramaglie, che pregavano ad alta voce.
Il corteo si è snodato per le vie del paese ed è poi entrato nel viale fiancheggiato dai campi, che conduce alla chiesa.
Il corteo, che ha compiuto circa un chilometro di percorso lentissimamente, è arrivato alla chiesa alle 10,30. Nel tempio, per quanto vasto, non hanno potuto prender posto che le rappresentanze, i parenti, gli intimi e tutti i portatori di fiori. Il feretro è stato deposto sul catafalco. I parenti si sono seduti sopra sedili coperti di gramaglie, preparati dinnanzi all'altare maggiore. Tanto la madre che la moglie del defunto hanno voluto assistere a tutto il servizio funebre, che è stato celebrato dall'arciprete don Giovanni Ruti.
Libera Stampa, giornale del partito socialista, Lugano
Libera Stampa, giornale del partito socialista, Lugano

Commenti

Post popolari in questo blog

I figli di Matteotti

I figli di Matteotti (da sinistra Matteo, Isabella e Giancarlo) Si pubblicheranno tutte le fotografie relative a Giacomo Matteotti dell' Associazione nazionale Sandro Pertini  su autorizzazione telefonica accordata dal prof. Stefano Caretti.

Albe Steiner nipote di Giacomo Matteotti

Albe Steiner - Albe 1924 Archivi Storici, fondo Albe e Lica Steiner, Politecnico di Milano, Area Servizi Bibliotecari di Ateneo Albe Steiner figlio di Emerico Steiner e Fosca Titta è nipote di Giacomo Matteotti (che sposò Velia Titta ). Ha 11 anni quando nel 1924 viene assassinato lo zio Giacomo Matteotti. Di qui la coscienza antifascista di militante, di combattente per «la libertà che è cultura». Probabilmente partecipò ai funerali con il padre e portò la bara come descritto nell'articolo dell'Unità Manifestazione di popolo ai funerali di Matteotti : Viene quindi la bara portata a braccio dal cognato Titta Ruffo e Steiner, dai nipoti e da due intimi compagni del deputato scomparso. Si dedicò ad una professione a quei tempi praticamente sconosciuta in Italia: quella del grafico. Iniziò la sua attività professionale nel 1939, divenendone un vero e proprio pioniere e antesignano. Autorizzati si pubblica anche il disegno.

Matteotti-hof nella Das Rote Wien (La Vienna Rossa)

La visita a Vienna dal 9 al 12 marzo, organizzata dal Comitati Regionali Lombardi del PSI e della FGS e guidata da Pia Locatelli, presidente dell’Internazionale Socialista Donne, è stata l’occasione per constatare quale traccia profonda il Partito Socialdemocratico Austriaco (SPO: Sozialdemokratische Partei Osterreichs ), costituito nel 1888, ha impresso nella storia e nell’urbanistica del paese, come dimostrano le realizzazioni di Das Rote Wien ( La Vienna Rossa ), l’amministrazione socialista che gestì ininterrottamente il Comune di Vienna dal 1918 al 1934 , l’anno del colpo di stato da parte degli austro-fascisti di Dollfuss. La situazione abitativa che i socialisti si trovarono di fronte, all’indomani della vittoria alla elezioni comunali del 1919, era disastrosa: gran parte della popolazione, afflitta dall’iper-inflazione post-bellica, viveva in condizioni malsane e di sovraffollamento. Il Comune varò un gigantesco piano di edilizia pubblica, a cui diedero il loro contributo mol