Passa ai contenuti principali

Giacomo Matteotti, grandi occhi azzurri

Matteotti con il busto eretto, la testa alta - così come il sacerdote tiene alto il Santissimo nella processione - parlava rapidamente con vigore. La sua parola precisa, fredda, tagliente, ironica, beffarda, sferzava, irritava, faceva fremere gli avversari. Raccoglieva le interruzioni e rispondeva - agilissimo e pronto come uno schermitore spertissimo - confutando e tagliando netto la parola all'interruttore. Si stancarono e non interruppero più. La maschera rigida di Matteotti si rasserenò. Nei suoi grandi occhi azzurri nei quali balenava prima la volontà decisa, accigliata dell'uomo che non piega, passò un brivido di commozione quando concludendo il suo dire, con visione apocalittica accennò al significato delle vite umane cui portava fatalmente la guerra. Più di tutti avrebbero sofferto i lavoratori della terra fra i quali abbondantemente avrebbe mietuto la falce della morte. Ma sulla terra irrorata dal sangue dei lavoratori sarebbero poi spuntati fiori rossi. Il domani era del proletario. Il divenire del socialismo era sicuro. Beati coloro che ne vedrebbero la bellezza trionfale!

La vita di Giacomo Matteotti di Aldo Parini.
La vita di Giacomo Matteotti, Aldo Parini, Minelliana
La vita di Giacomo Matteotti, Aldo Parini, Minelliana

Commenti

Post popolari in questo blog

I figli di Matteotti

I figli di Matteotti (da sinistra Matteo, Isabella e Giancarlo) Si pubblicheranno tutte le fotografie relative a Giacomo Matteotti dell' Associazione nazionale Sandro Pertini  su autorizzazione telefonica accordata dal prof. Stefano Caretti.

Albe Steiner nipote di Giacomo Matteotti

Albe Steiner - Albe 1924 Archivi Storici, fondo Albe e Lica Steiner, Politecnico di Milano, Area Servizi Bibliotecari di Ateneo Albe Steiner figlio di Emerico Steiner e Fosca Titta è nipote di Giacomo Matteotti (che sposò Velia Titta ). Ha 11 anni quando nel 1924 viene assassinato lo zio Giacomo Matteotti. Di qui la coscienza antifascista di militante, di combattente per «la libertà che è cultura». Probabilmente partecipò ai funerali con il padre e portò la bara come descritto nell'articolo dell'Unità Manifestazione di popolo ai funerali di Matteotti : Viene quindi la bara portata a braccio dal cognato Titta Ruffo e Steiner, dai nipoti e da due intimi compagni del deputato scomparso. Si dedicò ad una professione a quei tempi praticamente sconosciuta in Italia: quella del grafico. Iniziò la sua attività professionale nel 1939, divenendone un vero e proprio pioniere e antesignano. Autorizzati si pubblica anche il disegno.

Matteotti-hof nella Das Rote Wien (La Vienna Rossa)

La visita a Vienna dal 9 al 12 marzo, organizzata dal Comitati Regionali Lombardi del PSI e della FGS e guidata da Pia Locatelli, presidente dell’Internazionale Socialista Donne, è stata l’occasione per constatare quale traccia profonda il Partito Socialdemocratico Austriaco (SPO: Sozialdemokratische Partei Osterreichs ), costituito nel 1888, ha impresso nella storia e nell’urbanistica del paese, come dimostrano le realizzazioni di Das Rote Wien ( La Vienna Rossa ), l’amministrazione socialista che gestì ininterrottamente il Comune di Vienna dal 1918 al 1934 , l’anno del colpo di stato da parte degli austro-fascisti di Dollfuss. La situazione abitativa che i socialisti si trovarono di fronte, all’indomani della vittoria alla elezioni comunali del 1919, era disastrosa: gran parte della popolazione, afflitta dall’iper-inflazione post-bellica, viveva in condizioni malsane e di sovraffollamento. Il Comune varò un gigantesco piano di edilizia pubblica, a cui diedero il loro contributo mol